FRANCO BATTIATO, IL VUOTO, UNIVERSAL, 2007
“Il Vuoto”* esce a 3 anni di distanza da “X Stratagemmi” ed è l’ennesimo capolavoro del cantautore catanese. Nelle 9 canzoni che compongono l’album l’artista è in grado, una volta ancora, di offrire un’ulteriore fase di sperimentalità, unendo impeccabilmente testi poetici e filosofici a sonorità pop, techno, elettroniche, con innesti di lirica, di pianoforte, violini e chitarre classiche.
Le canzoni di questo disco possono dividersi (opinione personale ovviamente) in due categorie: da una parte quelle più “profonde” (“Il Vuoto”, “Niente è come sembra”, “The game is over”, “Io chi sono”, “Stati di gioia”), che danno adito a meditazione e riflessione e che analizzano e criticano alcune situazione del mondo contemporaneo, ma con ironia, senza drammi (basti ascoltare “Il Vuoto” o, ancora meglio, guardarne il video [lì Battiato è il manager delle MAB, gruppo musicale femminile che ha collaborato al disco, e provvede ad incassare gli assegni che uno Sgalambro impresario elargisce dopo gli spettacoli delle ragazze, ragazze che dal canto loro corrono a destra e a manca dietro ad aerei, a treni, perché il loro compito è quello di portare soldi (“money money”)]. L’altro gruppo di canzoni (“I Giorni della Monotonia”, “Aspettando l’estate”, “Tiepido aprile”, “Era l’inizio della primavera”) è più “leggero”, vi si trattano temi come l’amore, i ricordi o le sensazioni legate ad una stagione dell’anno; i testi sono molto più poetici (“Era l’inizio della primavera” è una poesia di Tchaikovsky).
Se nei testi non si notano cambiamenti di fondo, è sicuramente la parte musicale quella dove la sperimentalità di Battiato non conosce limiti: in quasi tutte le canzoni senza la minima difficoltà il maestro riesce a far convivere violini, chitarre classiche e (tanta) musica elettronica, con effetti straordinari. [É sorprendente il fatto che ancora ci sia chi si stupisce nell’ascoltare questo tipo di sonorità nei dischi di Battiato: ma non è stato Battiato ad aver portato l’elettronica in Italia nei primi anni 70? Non c’è l’elettronica in opere come “Genesi”, negli ultimi lavori “Gommalacca”, “Ferro Battuto”, “X Stratagemmi” per non parlare di “Campi Magnetici” dove c’è solo elettronica?]. Una sorpresa può essere invece il fatto che non si trova neanche una parola di tedesco nei testi, e questo, se non erro, credo sia la prima volta, sempre la “lingua della filosofia” era stata presente. Di contro un uso “smodato” dell’inglese.
Per quel che concerne le canzoni, ne “Il Vuoto" c’è un’ironica critica della condizione umana attuale caratterizzata da un’affannosa ricerca di denaro (“The problem is in fact money money”), in una vita fatta di sbalzi d’umore, nevrotismo, ansia. Il testo è cantato su un ritmo molto incalzante (da discoteca), dove a farla da padrone è l’elettronica che solo alla fine lascia spazio ai violini.
“I giorni della monotonia” è la prima delle canzoni che ho indicato come “leggere” in quanto l’artista lascia spazio a emozioni, ricordi, sensazioni. In questo caso è la narrazione di una storia in cui due persone stanno insieme ma in realtà sono più sole che se fossero single, con i giorni che diventano “giorni della monotonia” ed allora la conclusione non può essere che “sto con me, tra noi due ho scelto me”. La parte musicale di questo gruppo di canzoni “leggere” vede una quasi totale assenza dell’elettronica in favore di sonorità più “tradizionali”: apre la canzone una chitarra cui si aggiungono gradualmente la batteria ed i violini che chiudono in dissolvenza. Stessa struttura la si ritrova in “Aspettando l’estate”, una delle migliori canzoni del disco, la più pop, (con un’interpretazione vocale di Battiato superlativa) nella quale il testo in cui si narrano sensazioni legate all’estate, si accompagna ad una base musicale semplice ma efficace: aprono accordi di chitarra acustica cui si aggiungono i violini e la tromba; la conclusione spetta a batteria, tromba, e chitarra elettrica in dissolvenza.
Sonate per pianoforte sono invece le altre due canzoni “leggere” del disco: “Tiepido Aprile” e “Era l’inizio della primavera”, in cui il testo poetico (la seconda è una poesia di Tchaikovsky) è accompagnato da musiche prive di elettronica, con violini ma soprattutto pianoforte come solo accompagnamento (se si elimina la parte vocale, le musiche possono essere considerate tranquillamente come brani di musica classica).
“The game is over” è la canzone nella quale l’elettronica, la sperimentalità e la poliedricità di Battiato emergono al massimo grado: su un cantato (con larghi tratti di voce distorta) che mescola italiano ed inglese, il cantautore unisce suoni tradizionali di chitarre e violini con l’elettronica, andando poi a riprodurre sonorità orientaleggianti (cinesi) a metà canzone (2° minuto) per chiudere l’ultimo minuto con sonorità solo elettroniche (quasi trance).
Ma veniamo alle canzoni più belle e più ricche di significato del disco:
“Niente è come sembra” (stesso titolo del 3° film di Battiato che uscirà entro la fine dell’anno) unisce meravigliosamente pianoforte a sonorità elettroniche, accompagnando un stupenda interpretazione vocale dell’artista, dal tono pacato, lento, quasi fosse una preghiera od un colloquio con Dio. È una canzone che va assolutamente ascoltata.
“Io chi sono” ha più o meno la stessa struttura di “Niente è come sembra”, ritmo lento, tono di voce basso, come se si fosse in presenza di una preghiera o di un dialogo con Dio. Fantastica è la parte finale della canzone (da “Però….). Per quel che concerne la parte musicale troviamo il solito armonico connubio di elettronica e di sonorità più tradizionali (chitarre, violini).
“Stati di gioia” è invece la descrizione della propria crescita spirituale, un regalo che Battiato fa a noi “seguaci” (un po’ come in “Stage Door”, ma lì era più pessimista il testo, qui invece è la descrizione di uno stato di felicità raggiunta e che magari possiamo raggiungere anche noi seguendo il suo esempio): all’’inizio si chiede “com’è possibile restare ciechi per così lungo tempo”, ricordando di quando agli inizi degli anni ’70 attraversò un momento di forte smarrimento personale che lo aveva indotto a pensare anche al suicidio (“Mi trovavo a lottare contro i miei fantasmi spostandomi in avanti per quanto lo permette la catena scopersi per caso lo stato che ascende alla Gioia”), fino a che dedicandosi allo studio della “tradizione” è riuscito ad uscire dalla crisi ed a raggiungere “stati di gioia”. E questa “evoluzione” nella vita di Battiato è riproposta in pieno nella canzone: a metà circa la musica (violini + pianoforte) si arresta per lasciare spazio ad un sottofondo di “note cosmiche” [ricorda molto le musiche di un disco come “L’Egitto prima delle Sabbie”], di “ohm” meditazionali accompagnati dal testo che infatti recita: “Riti di purificazione dentro stati di Gioia
senza Luce né Oscurità”.
*Battiato è molto attento alle opere di Renè Guenon e, nello scritto El-Faqr (in Scritti sull’esoterismo islamico e il taoismo), si trova un concetto di vuoto positivo, piuttosto che negativo come invece noi si è comunemente abituati a considerare questo termine. Nel disco lo si riscontra, soprattutto nelle ultime due canzoni. Guenon spiega infatti che il raggiungimento della “consapevolezza” porta ad un distacco, all’indifferenza riguardo i frutti dell’azione (dell’azione come desiderio). “Chi è giunto al massimo del vuoto sarà saldamente stabilito nella quiete”, scrive Lao-tseu, “La pace nel vuoto è uno stato indefinibile, non la si riceve né la si dona; si arriva a stabilirvisi”. Questa condizione è dunque, spiega Guenon, quella che nel Taoismo è definita “pace nel vuoto”, “grande pace” nell’esoterismo islamico”.
GRAFICA
Molto curato anche l’aspetto grafico del disco. Innanzitutto la Universal ha rilasciato una custodia innovativa: anziché la classica apertura, il disco ha una comodissima linguetta sulla destra per l’apertura, ma soprattutto il libretto dei testi è protetto al meglio. Nei cd per estrarlo il libretto va fatto scorrere e così facendo si rovina. Ebbene ne “Il vuoto”, vedere le foto, il libretto è inserito in gancetti (sono messi nella parte verticale della custodia, non in quella orizzontale!) che non rovinano il libretto nel momento in cui lo si preleva.
Per il resto il libretto, come sempre, è molto curato a partire ovviamente dalla copertina (in linea con il titolo del disco).
Ottimo disco che consiglio a tutti e che non deluderà nessuno (tra l’altro da Feltrinelli lo si trova a 16.9€).
TRACKLIST
1) IL VUOTO 3.33
2) I GIORNI DELLA MONOTONIA 3.16
3) ASPETTANDO L’ESTATE 3.33
4) NIENTE È COME SEMBRA 3.35
5) TIEPIDO APRILE 3.15
6) THE GAME IS OVER 4.36
7) ERA L’INIZIO DELLA PRIMAVERA 3.03
8) IO CHI SONO? 3.33
9) STATI DI GIOIA 4.36
TESTI
1) IL VUOTO 3.33
Tempo non c’è tempo sempre più in affanno
inseguo il nostro tempo vuoto di senso senso di vuoto
E persone quante tante persone un mare di gente nel vuoto
year play rest my way day thing man your world life
the hand part my child eye woman cry place work week
end your end case point tu sei quello che tu vuoi
government the company my company ma non sai quello che tu sei
Number group the problem is in fact
money money……
Danni fisici psicologici collera e paura stress
sindrome da traffico ansia stati emotivi
primordiali malesseri pericoli imminenti
e ignoti disturbi sul sesso
Venti di profezia parlano di nuovi dei che avanzano
year play……………….
Tempo non c’è tempo sempre più in affanno
inseguo il nostro tempo vuoto di senso senso di vuoto
Danni fisici psicologici collera e paura stress
sindrome da traffico ansia stati emotivi
primordiali malesseri pericoli imminenti
e ignoti disturbi sul sesso
Venti di profezia parlano di nuovi dei che avanzano
Tu sei quello che tu vuoi ma non sai quello che tu sei
end your case point Tu sei quello che tu vuoi
government and company my company ma non sai quello che tu sei
number group the problem is in fact
money money……..
Tempo non c’è tempo sempre più in affanno
inseguo il nostro tempo
vuoto di senso senso di vuoto
2) I GIORNI DELLA MONOTONIA
Stavi giù distesa sopra il letto
e ti lasciavi andare come alla deriva
passavamo così attraverso impervie vie
i giorni della monotonia
tutti e due le labbra sulle tue
gli attimi vissuti intensamente
sono spenti
Stare insieme a te fu il delirio
di una storia della nostra estrema diversità
e mi innamorai ossessivamente
per distruggermi "..stringimi.."
mi sussuravi piano: "caro amore"
Giorni di immensa meraviglia
e giorni di cattività
tra noi due poi scoppiò il diluvio
Lux eterna domine in excelsis deo
Passavamo così attraverso impervie vie
i giorni della monotonia
tutti e due le labbra sulle tue
gli attimi vissuti intensamente
sono spenti
Sto con me tra noi due ho scelto me
3) ASPETTANDO L’ESTATE 3.33
L’allegrezza del vento fuga i cattivi pensieri
mentre ogni ombra fugge via le giornate si accorciano
La sera i fuochi inondano i dintorni di luce
La tristezza non prevale su me
col canto la tengo lontana
le giornate si allungano
sto aspettando l’estate
Anche se non ci sei tu sei sempre con me
per antiche abitudini
perchè ti rivedrò dovunque tu sia
Aspettando l’estate all’ombra dell’ultimo sole
sospeso tra due alberi a immaginare
l’estasi dei momenti d’ozio
voglio riscoprire aspettando l’estate
Anche se non ci sei tu sei sempre con me
e sono ancora sicuro che io ti rivedrò
dovunque tu sia
4)NIENTE È COME SEMBRA 3.35
Rovinò lungo la china solo chi ha un destino rovina
non voglio che l’impuro ti colga
ti darò a una rondine in volo
Niente è come sembra niente è come appare
perché niente è reale
Ti darò a un ruscello che scorre o alla terra piena di mimose
qualcuno si ferma al tuo passare
Niente è come sembra niente è come appare
perché niente è reale
I was in my car watching for the bend
I was looking for you
Dal balcone ammiravo il vuoto che ogni tanto un passante riempiva…..
è stato solo un presentimento ti voglio ricordare che
Niente è come sembra niente è come appare
perchè niente è reale
5) TIEPIDO APRILE 3.15
Attraversi il bosco tiepido Aprile
consoli da sempre il viandante
pensieri leggeri si uniscono alle resine dei pini
si fa chiara la mente come nuvola
pensieri leggeri si uniscono alle luci e ai colori
al silenzio lontano delle nuvole
Entri dentro le case tiepido Aprile
risvegli all’amore gli amanti
mi affido al vento ai profumi del tempo
agli umori delle stagioni a meridione
pensieri leggeri si uniscono alle resine dei pini
al silenzio lontano delle nuvole
6) THE GAME IS OVER 4.36
The game is over in the dark night
I knock at your door
When I reach the selfish stage I enjoy a certain pleasure
but sometimes a vague fear which I cannot describe
Dov’è che stiamo andando nel succedersi del tempo
avrai un progetto o no per la tua vita?… andiamo.
To ask the mind to kill the mind is like making the thief
when I reach the selfish stage I enjoy a certain pleasure
but sometimes a vague fear which I cannot describe
Dov’è che stiamo andando nel succedersi del tempo
avrai un progetto o no per la tua vita?… adesso.
Discover the nature of mind… no matter how many planets
and stars are reflected in a lake no matter how many universes there are.
7) ERA L’INIZIO DELLA PRIMAVERA 3.03
La Primavera cominciò un po’ di tempo prima
e l’erba si vedeva appena e noi stavamo bene
nell’aria mite del mattino le felci ancora chiuse
tu che abbassavi spesso gli occhi e sempre prima di me
La Primavera cominciò all’ombra di betulle
come risposta al mio umore
lanciavi un’occhiata era l’inizio tra noi due
piangevo prima di te
It was in the early spring
the grass was barely showing
the stream was flowing the air mild
the trees were turning green
It was in the early morning
sheperd’s pipe as yet was silent
the fernes were still tightly furled in the pine wood
It was in the early spring
in the shade of the birch trees
when with a smile you lowered your eyes before me
In reply to my love you lowered….
you lowered …. your glance
Oh life – oh wood – oh youth
oh sunlight ..and hope
La Primavera cominciò un po’ di tempo prima
e l’erba si vedeva appena e noi stavamo bene
8) IO CHI SONO 3.33
Io sono. Io chi sono?
Il cielo è primordialmente puro ed immutabile
Mentre le nubi sono temporanee
Le comuni apparenze scompaiono
Con l’esaurirsi di tutti i fenomeni
Tutto è illusorio privo di sostanza
Tutto è vacuità
E siamo qui ancora vivi di nuovo qui
Da tempo immemorabile
Qui non si impara niente sempre gli stessi errori
Inevitabilmente gli stessi orrori da sempre come sempre
Però in una stanza vuota la luce si unisce allo spazio
Sono una cosa sola inseparabili
La luce si unisce allo spazio in una cosa sola
Io sono. Io chi sono?
La luce si unisce allo spazio in una cosa sola indivisibili
Io sono. Io chi sono?
9) STATI DI GIOIA 4.36
Le azioni del mondo non influenzano il sole
e i nemici è sicuro sono dentro di noi
com’è possibile restare ciechi per così lungo tempo
Mi trovavo a lottare contro i miei fantasmi
spostandomi in avanti per quanto lo permette la catena
scopersi per caso lo stato che ascende alla Gioia
Masticavo semi di mela alla luce del mattino
le increspature dell’aria sembravano pulsare
mi giungevano frasi, odori di erbe bruciate
scintille di fuochi suoni lontani
Masticavo semi di mela alla luce del mattino
le increspature dell’aria sembravano pulsare
Era l’estate del ’63 un pomeriggio assolato
da un juke-box di un bar completamente vuoto
"She loves you ye ye ye"
Riti di purificazione dentro stati di Gioia
senza Luce né Oscurità
Stefano Fiorucci